Back to top
La pergola - Jardin botanique Val Rahmeh-Menton © MNHN - Agnès Iatzoura
La pergola - Jardin botanique Val Rahmeh-Menton © MNHN - Agnès Iatzoura

Una collezione unica

Il Giardino botanico Val Rahmeh ha per vocazione l'acclimatazione: il Museo vi introduce nuove specie fin dal 1966. Circa 1.700 taxa (specie, sottospecie e varietà) si suddividono il sito e rappresentano 160 famiglie e 700 generi. Il giardino presenta oggi un'eccezionale tavolozza vegetale con specie originarie di un'area geografica molto estesa.

Nonostante rimanga ben poco della proprietà agricola originale - solo pochi ulivi quadricentenari dietro la casa - la vegetazione mediterranea è sempre presente nel giardino.

Le piante più simboliche del Mediterraneo, usate sin dall'antichità dai Greci e dai Romani - come il cipresso, il mirto o il fico - stanno accanto alla palma nana (Chamaerops humilis) unica palma nativa della Costa Azzurra.

Il Museo ha inoltre progressivamente introdotto specie di zone climatiche simili provenienti da California, Cile, Sudafrica e Australia sud-occidentale.

Ma oggi, il Giardino botanico Val Rahmeh è caratterizzato soprattutto dalla sua carica di esotismo e presenta una notevole serie di piante provenienti da un'area geografica molto estesa che va dall'emisfero boreale a quello australe, ivi comprese le regioni subtropicali e tropicali. Prosperano infatti in piena terra succulente (le cosiddette "piante grasse") dell'America centrale, felci arborescenti della Nuova Zelanda, rose cinesi (Hibiscus rosa-sinensis) ed ancora bambù giganti (Dendrocalamus asper) dell'Asia tropicale.

Quest'atmosfera esotica è resa possibile grazie ad un particolare microclima. Il quartiere di Garavan, il più mite di Mentone, beneficia infatti di condizioni climatiche eccezionali dovute alla sua posizione: si trova di fronte al mare e è riparato a nord da un anfiteatro di montagne, ed è allo stesso tempo più caldo e più umido del resto del litorale. Con una temperatura media nell'anno superiore a 16 °C, un limitato rischio di gelo e un'umidità abbastanza elevata, sprigiona un'atmosfera subtropicale che favorisce l'acclimatazione di piante freddolose provenienti da paesi lontani.

Questa profusione esotica offre fragranze sorprendenti, dei portamenti e del fogliame tra i più vari con delle visioni sorprendenti: le foglie enormi delle Nénuphars géants,Victoria cruziana, gli strani frutti della Mano di Buddha (Citrus medica ‘Sarcodactylis’), passando per il tronco spinoso e i frutti cotonosi della Ceiba speciosa per esempio.

In tutto questo rigoglio, spiccano alcune delle collezioni: quella degli agrumi, delle Arecaceae (palme), degli alberi da frutta tropicali, ecc.

Due forti tematiche dominano il giardino: la conservazione e l'etnobotanica.

  • Una delle missioni del giardino è garantire la conservazione di specie in pericolo, rare o addirittura estinte nel loro habitat naturale. È così che il Giardino botanico Val Rahmeh è diventato un giardino d'inverno per il Sophora toromiro, una specie di arbusto endemico dell'Isola di Pasqua, ora estinto in natura. A causa dello sovrasfruttamento e di un possibile cambiamento delle condizioni climatiche, nel 1957 ne restava un solo esemplare da cui il norvegese Thor Heyerdahl raccolse dei semi e li mise a coltura. Le piante nate da questo salvataggio furono inviate a vari giardini botanici europei. Grazie all'annessione al Museo nazionale di Storia Naturale, il Giardino botanico Val Rahmeh ha ricevuto delle piante ed è stato uno dei primi giardini a piantare il Sophora toromiro all'aperto.
     
  • L'etnobotanica, la scienza che studia il rapporto tra piante ed esseri umani, è onnipresente nel giardino attraverso i supporti di mediazione e grazie alle collezioni. In tutto il giardino è possibile trovare specie che servono per l'alimentazione (condimenti, frutta tropicale, agrumi, solanacee commestibili, ecc.), all'artigianato (palma, bambù, cordilinea, ecc.), alla medicina ed anche per culti e per intenti spirituali (ulivi, cipressi, loto, ecc.).